Giorgio de Chirico, il padre della metafisica in arte, è anche noto per la passione che aveva nell’autoritrarsi: si poneva indiscutibilmente al centro del proprio mondo creativo. I suoi autoritratti subiscono sempre l’influenza della sua arte che tende a celare l’apparente per dare rilievo alla metafisica recondita delle cose. Molto legato a suo fratello che prenderà lo pseudonimo di Alberto Savinio spesso si presenta con lui, ovviamente in modo misterioso e celato: ecco il motivo delle tante coppie di cavalli sulle rive della Tessalia greca dove trascorsero la loro infanzia. Corrono e si esaltano fra le rovine d’un mondo antico che in loro si perpetua e si rigenera, oppure appaiono come i dioscuri Castore e Polluce, quelli della mitologia greca ma pure quelli archeologici ritrovati negli scavi durante il Rinascimento e posti a montare la guardia a Roma dinnanzi al Quirinale e sulla scalinata del Campidoglio.
Nell’anno in cui la Bandiera dell’Arma è stata decorata della medaglia d’oro ai Benemeriti della cultura e dell’arte, in cui nuove iniziative proiettano sempre più questa nicchia d’eccellenza a difesa della civiltà italiana in un contesto internazionale, il Calendario storico rende omaggio all’Arma rivisitando alcuni capolavori di sommi rappresentanti della pittura italiana ed europea che hanno preceduto, accompagnato e immediatamente seguito il periodo delle immani tragedie delle due guerre mondiali, in un percorso immaginario lungo gli oltre duecento anni di storia dell’Arma.